Oxygène

Come un labirinto torno sempre a te…”

  • Regia: Alexandre Aja
  • Interpreti: Mélanie Laurent, Mathieu Amalric, Malik Zidi
  • Produzione: Francia / Usa 2021

Trama

Una donna di risveglia all’interno di una capsula criogenica senza aver memoria di sé e degli eventi che l’hanno portata in tale situazione. Ad aiutarla a comprendere come uscire dalla situazione prima che si esaurisca l’ossigeno a disposizione un intelligenza artificiale denominata M.I.L.O.

Oxygene

Recensione

Alexandre Aja viene tutt’oggi ricordato per il suo secondo film: “Alta tensione“. L’horror del 2003 è stato inaspettatamente il capostipite di un vero e proprio sottogenere gore di origine francofona che si sarebbe affermato negli anni a venire lanciando contro ogni previsione nel mercato mondiale opere violente e provocatorie quali Martyrs (2008), À l’intérieur (2007), Frontiers (2010) solo per citarne alcune. Il successo di questa pellicola l’ha proiettato in breve nel mercato hollywoodiano dove tra alti e bassi ha costruito una carriera da mestierante di buon livello nel genere thriller seppur molto inferiore alle aspettative autoriali che era legittimo attendersi.

Oxygene

Questo ritorno ad un opera francese (coproduzione usa) mette in mostra il meglio di ciò che ha ha appreso nella sua ventennale carriera: gli va riconosciuto di esser riuscito nell’impresa di governare una trama da thriller claustrofobico e i momenti di tensione interiore della protagonista degli elementi che ingrandiscono passo passo la portata della storia alternando momenti grottescamente orrorifici (che vedono protagonisti quei roditori che sanno tanto di alter ego della nostra eroina) a riflessioni tipiche della fantascienza (clonazione, apocalissi virologiche, viaggi interstellari e l’immancabile IA che omaggia Hal 9000)

Come già in Buried di Rodrigo Cortes la vicenda si snocciola quasi esclusivamente in un unità di luogo e di tempo; alla vicenda principale che si svolge quasi per intero in tempo reale si mescolano brevi flashback esplicativi i quali però seguono in realtà il flusso dei ricordi di Liz. Merito anche di un’affinata sceneggiatura il cui unico difetto (se così vogliamo chiamarlo) è quello di sciogliere ogni nodo della vicenda togliendo ogni ambiguità e evocatività alla narrazione.

Così tra un labirinto psichico, allucinazioni, false piste, digressioni sentimentali e qualche jump scare Aja sforna la sua miglior opera ad alto budget e la Laurent si dimostra ampiamente all’altezza della situazione. Chapeau.

Ogni riferimento a fatti reali è puramente casuale (sob)

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